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Il Parco sulla Livenza

Rocken

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A ridosso degli anni 2000, l’associazione La Macchia Verde riesce a dare vita ad un progetto a lei molto caro: la riqualificazione di un tratto dell’alveo golenale sulla sinistra del fiume Livenza; per fare ciò volle coinvolgere le scuole allo scopo di incrementare la coscienza ambientalista e il rispetto del territorio e della natura. E’ stato possibile da quel momento e negli  anni a seguire ricreare in parte quell’ambiente naturale attraverso la piantumazione di alberi che fossero caratteristici di questa zona (autoctoni). 

Il parco nel 2002
Il parco nel 2002

Questa porzione di fiume, che si trova in prossimità del ponte sulla sp 42, nei primi anni del secolo 900 è stata oggetto di rettificazione del suo tratto. La Livenza, in quanto fiume di pianura, ha un percorso caratterizzato dalla presenza di anse, che un tempo erano molto profonde (incise). La golena era composta prevalentemente da una fitta trama di cespugli di acacia, rovi e lungo il corso del fiume si notavano alcuni salici bianchi e meno frequentemente robinie, ontani e pioppi bianchi, che potevano costituire da barriera allo scorrimento delle acque del fiume. In seguito, per rendere più sicuro e reattivo alle pericolose e frequenti piene questo tratto di fiume, aumentandone la portata e il rinforzando l’arginatura, a fine anni 80  si crea una desertificazione della golena. 

Fin da tempi remoti il paesaggio della bassa pianura dei nostri territori era caratterizzato dalla presenza di boschi e alberi, anche in prossimità degli argini dei fiumi e negli estesi spazi golenali. 

Già in epoca romana si ebbero le prime opere di trasformazione dei boschi e dei pascoli aperti in colture agrarie. Le foreste persero la loro continuità. La Serenissima, poi, ha utilizzato il legno a disposizione nel proprio territorio a fini edificatori.

Con il passare del tempo e la perdita di territorio boschivo, il territorio di La Salute di Livenza e delle zone limitrofe sono andate incontro ad un progressivo impaludamento.

Tra la metà del secolo 800 e il 900 con le grandi opere di bonifica si è avuto un ambiente più salubre ma più povero dal punto di vista ambientale.

La biodiversità caratteristica di questi luoghi è andata scomparendo. Le specie arboree e arbustive da sempre presenti lungo le rive del basso corso della Livenza: salici, ontani, roveri hanno lasciato il posto ai campi monocoltivati in modo intensivo..

Parco La Salute di Livenza

Attualmente la boscaglia fluviale non copre tutta la regione perché il corso di pianura della Livenza è regolato da argini e golene che vengono mantenuti privi di alberature per motivi di pulizia idraulica.

Ora il bosco sulla golena è composto da diverse piante autoctone ormai adulte, tra cui salice piangente, fico, acero campestre, acero americano, acero di monte, carpino bianco, nocciolo, olivagno, gelso, pioppo bianco, pioppo nero, cerro, leccio, salice odoroso, tiglio, olmo, viburno e rappresenta il primo polmone verde di La Salute di Livenza.

Le comunità ripariali arboreo-arbustive costituiscono una delle componenti paesaggistiche, oltre che funzionali, più interessanti dell’ambiente fluviale. Ad esempio, i Salici sono piante pioniere, colonizzatrici. La loro capacità di propagarsi è molto alta e tale caratteristica li rende preziosi nei lavori di rinaturalizzazione di fronti di cava, frane, scarpate e sponde di corsi d’acqua. I Salici sono importanti, oltre che per usi tradizionali, soprattutto per il loro ruolo nell’ecologia e nella dinamica fluviale. Sono infatti adattati a vivere in condizioni di continue variazioni del livello delle acque: sopportano sia i periodi di magra prolungata, attraverso l’esteso e profondo apparato radicale, sia i periodi di piena, con il potente ancoraggio offerto dalle radici e con la flessibilità ed elasticità dei rami. Inoltre, con l’intrico della loro vegetazione, favoriscono la deposizione di sabbie e limi, preparando il terreno all’impianto di cenosi forestali più mature e, quindi, svolgono la fondamentale funzione di difesa e di consolidamento delle rive fluviali.

Il bosco ripariale quindi è molto importante dal punto di vista ecologico e ambientale, in quanto costituisce un anello di unione tra l’ambiente acquatico e quello terrestre; agisce come “zona filtro” tra l’ambiente terrestre e il corso d’acqua per polveri, concimi, pesticidi ecc; condiziona favorevolmente il microclima, creando ombra, modificando l’intensità luminosa, attenuando l’escursione termica diurna e stagionale, proteggendo dal vento ed aumentando l’umidità; arricchisce la varietà dei micro ambienti acquatici, creando nicchie ecologiche, anche attraverso la deposizione di materiale detritico;favorisce la varietà della fauna fluviale aumentando la disponibilità alimentari con l’apporto di foglie ed altri frammenti vegetali; crea gli ambienti per ospitare animali e piante e offrono possibilità di riparo e luoghi di riproduzione per diversi animali; aumenta la varietà paesaggistica.

Questi ambienti sono molto importanti dal punto di vista naturalistico perché costituiscono veri e propri “corridoi ecologici” di passaggio per molte specie, oltre a rappresentare l’ambiente di vita di numerose altre specie.

Il ruolo ecosistemico, biologico e meccanico della vegetazione di sponda è fondamentale per la protezione dell’ambiente fluviale. Ecco perché è tanto importante stabilire una fascia di rispetto lungo il fiume dove il bosco ripariale possa riprendersi gli spazi che la natura gli ha attribuito.

Quello degli alberi e degli arbusti ripariali è un mondo non sempre conosciuto come meriterebbe. Un mondo prezioso, troppo spesso devastato dall’uomo con interventi che comportano l’eliminazione di ogni forma di vita vegetale e animale.

E’ indispensabile l’affermazione di una cultura rispettosa dei fiumi, di tutta la vita che vi prospera  in simbiosi con essi. Tutta la sequenza topografica delle comunità arboreo-arbustive ripariali, svolgono un ruolo di primo piano, sia nel divenire degli ecosistemi che nel disegno identitario dei paesaggi regionali.

Bibliografia e sitografia:

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